Tutte le volte che sono invitata ad una celebrazione mi sento catapultata nel mio passato che parla di una grande famiglia, unita, pronta a mangiare e a far festa per ogni occasione, dal primo dentino caduto alle feste comandate.
Sarà che incise nei miei ricordi ci sono immagini sfocate di numerosi adulti con grandi baffi, donne con capelli voluminosi, tutti avvolti da una coltre di fumo; bambini ovunque, sotto il tavolo, sopra il tavolo, dietro le pesanti tende… tutti riuniti nella casa del capofamiglia per festeggiare la vita insieme.
Sarà che, la rievocazione di quel sereno periodo mi fa stare bene, sarà psicologia da quattro soldi… ma io a Bali mi sento bene, mi sento in famiglia.
I balinesi sono un popolo di famiglia.
Mi sento proprio come quella bambina che facendo lo slalom con il triciclo tra i piedi degli adulti, assorbiva le risate e la gioia della condivisione famigliare.
Partecipare ad un rito di passaggio, specialmente il matrimonio, ti fa sentire parte di quel tutto che continuamente cerchi. Vivere un matrimonio balinese ti fa capire quanto noi occidentali ci preoccupiamo molto della forma e poco dello spirito.
Per iniziare a Bali il matrimonio armonizza il mondo materiale con quello spirituale. E’ una testimonianza sacra fatta di fronte agli dei, agli esseri degli inferi e ad altri esseri umani e definisce lo status sociale, cioè gli sposi entrano a far parte del banjar (villaggio).
Quindi sposarsi è una pratica “normale” quasi un dovere, nel senso buono della parola, perché fa parte della tradizione. I bambini nati dal matrimonio sono l’opportunità di reincarnazione degli antenati. Dunque il matrimonio non è solo unione ma è una pietra miliare nella vita spirituale di una persona. Raramente divorziano e secondo la tradizione l’uomo deve andare a casa della futura sposa e chiedere la mano della figlia. Prima i genitori si confrontano con il banjar, poi il padre decide se acconsentire oppure no. Ma se questa è la prassi non è di certo la regola! Se è l’amore a vincere indovinate un po’!? Fanno la fuitina. Vi ricorda qualcosa?? L’ ho sempre detto che tra Bali e l’Italia c’è un legame particolare!!! Dopo la fuga, la coppia torna nel villaggio e il matrimonio viene riconosciuto ufficialmente dalle autorità e iniziano i festeggiamenti.
La durata del matrimonio dipende dalle disponibilità finanziarie… più soldi hai, più maiali potrai immolare per il piatto tipico delle feste, il Babi Guling; più soldi hai più lungo sarà il matrimonio. Gli sposi con una famiglia dalle discrete possibilità organizza una cerimonia pubblica a casa dello sposo per una settimana. Nel cortile vengono montati tendoni e tavoloni per le numerose vasche ricolme di cibo sempre fresco e gustoso. Famiglia, parenti, amici e abitanti del villaggio si riuniscono per cucinare, ma il Babi Guling è un affare riservato agli uomini (del resto tutti gli uomini che conosco, quando una donna intraprendente si avvicina alla griglia di Pasquetta diventano Gollum protettori dell’anello).
Ogni spazio utile non occupato dal cibo è ricolmo di offerte agli dei: frutta e fiori ricadono pesanti dai cesti organizzati a piramide e l’odore dell’incenso non abbandona mai la wedding location.
Nel giorno di celebrazione ufficiale presieduto dai capi anziani del banjar l’aspetto degli sposi è strepitoso, con trucco e abbigliamento tradizionale sia per lei che per lui. Una mia amica che ha un “salon” (cioè un salone di bellezza) trucca e pettina gli sposi… non potete neanche immaginare le ore necessarie alla preparazione.
Ma sinceramente se penso al matrimonio dei miei amici di certo non mi ricordo il vestito della sposa o se si è mangiato bene. Le domande tipiche di un matrimonio occidentale come: “Ed ora cosa gli regalo?”, “Cosa mi metto?”, comuni a tutti noi si sono trasformate in …”Come faccio con il sarong stretto da cerimonia a sedermi sul motorino?” “E’ tradizione stare con le donne e parlare di cose di donne o posso sedermi anche vicino agli uomini?” “Dove mi metto quando c’è la celebrazione?” “Posso fare foto?”
L’ansia da prestazione però è durata poco! Da subito abbiamo capito che come tutti i matrimoni c’era da divertirsi.
In primo luogo tutto truccato, pronto per il matrimonio, vestito con gli abiti tradizionali, il festeggiato si è presentato alla porta di casa nostra per mostrarci la strada. Prima di arrivare a destinazione c’è stata una deviazione..doveva andare a prendere la sposa che anche lei, tutta truccata, vestita a dovere con un copricapo pesante 5 Kg, è montata sullo scooter. Sotto il mio sguardo stupefatto, insieme ci siamo inerpicati per una stradina sterrata che portava al suo villaggio. Durante la celebrazione rideva insieme a noi mentre capi famiglia tutti seri e vestiti di bianco gli lanciavano acqua e fiori, le galline scorrazzavano libere e felici tra incensi e offerete e come se non bastasse un suo amico, nel momento più silenzioso della cerimonia, si è avvicinato spavaldo cercando di venderci un tour per fare snorkeling!!!
Per comprendere dunque i Balinesi la prima cosa da fare è demolire le barriere, i preconcetti, abbandonare quegli stereotipi culturali che sono insiti nel nostro Dna. Rimarrete stupiti da quanto tutto può essere semplice, vero, al tempo stesso sacro e definitivo.
Chiedete, se avete un minimo di confidenza, ad un balinese di portarvi al tempio o ad una festa di famiglia: sarà grato a voi e agli dei di poter mostrare il proprio lato spirituale.
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